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RECEZIONE DI RICCARDO DI SAN VITTORE IN BONAVENTURA 163 fatti, l' atto d'amore e costituito dal dare, dal ricevere e dal dare-ricevere: l' amore che da e puro dono e pertanto viene definito con il termine riccardiano di gratu– itus, l'amore che riceve e pura accoglienza e viene individuato come debitus, l' amore che da e riceve e quello permixtus ex utroque. Non solo: Bonaventura riela– bora anche la ragione che da luogo a questo dinamismo, cosl come Riccardo l'ave– va indicata. Secondo il magíster di San Vittore nella comunione intratrinitaria il dare-ricevere si riferisce all'essere, rimandando ai processi di origine intratrinitari, in virtu dei quali nell'unica sostanza divina la persona che da senza ricevere corri– sponde al Padre, il quale da origine senza riceverla; la persona che solo riceve senza dare e lo Spirito, che ha origine dal Padre e dal Figlio senza pero dare origine a sua volta ad altre persone; infine, la persona che riceve e da corrisponde al Figlio, il quale riceve dal Padre la sua origine ed insieme con lui e all'origine dello Spirito. Bonaventura segue proprio questa prospettiva quando precisa che la sujficientia combinationis puo essere considerata anche secondo la ratio originis, perché questa porta a distinguere chi e principio da chi riceve il principio, in una combinazione in cui sono ammesse solo tre possibilita: l' essere principium senza essere principa– tum; I' essere principatum senza essere principium, l'essere al contempo principium et principatum; la quarta possibilita, il non essere né principium né principatum, e insostenibile 81 • Nella distinzione VI, Bonaventura torna ad utilizzare le tre modalita dell'a– more, soffermandosi a precisare come debba essere inteso il termine gratuitus. Il contesto e dato dalla quaestio prima 82 , in cui si pone !'interrogativo sulla necessita o meno della generazione. La definizione dell'amore del Padre come gratuitus sem– bra argomento sufficiente per negare tale necessita. 11 maestro francescano, secon– do il quale invece la generazione va ricondotta ad una necessita conveniente che e in ragione dell'immutabilita, affrontando l'obiezione mossa a partire dal De Trini– tate, afferma che la gratuita puo essere intesa in due modi: come un donare per generosita assoluta, cioe non condizionata da alcun bene a qualsiasi titolo ricevuto, oppure come un donare senza attendere alcun contraccambio. L'amore del Padre va inteso come gratuitus nel secondo significato, in quanto la ragione della comu– nicazione dell'essere alle altre due persone va individuara unicamente nella naturale fecondita del Padre, che esclude ogni attesa di contraccambio 83 • 81 In I Sent., d. 2, art. un., q. 4, resp., (ed. Quaracchi, I, 57). 82 In I Sent., d. 6, art. un., q. 1, ad 4, (ed. Quaracchi, I, 125). 83 In I Sent., d. 6, art. un., q. 1, resp., (ed. Quaracchi, I, 126).

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