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FELICE ACCROCCA GIOVANNI DE LA ROCHELLE, GILBERTO DI TOURNAI E L'ESALTAZIONE DELLA POVERTA FRANCESCANA l. In alcuni lavori, divenuti ormai un classico sull'argomento, Roberto Lam– bertini ha sottolineato l'incidenza esercitata sulla formazione dell'autocoscienza istituzionale dei Minori dalla polemica che essi dovettero sostenere - per un pri– mo tratto del percorso, insieme ai Predicatori - contro i maestri secolari. Quella polemica contribur al compiersi del passaggio da una poverta vissuta ad una poverta pensara, che divenne - per i Minori - motivo per affermare la loro supe– riorita in seno alle altre famiglie religiose. Seguendo le orme di Francesco, essi in– fatti realizzavano la poverta altissima, vivendo in questo modo la pienezza della perfezione. Inserendosi in una tradizione di studi che conta nomi illustri - basti pensare, solo per citarne alcuni, a Congar e Miethke -, Lambertini ha analizzato con finezza le opere dei maestri francescani e dei loro avversari dagli anni decisivi dello scoppio della controversia fino alla pubblicazione della Exiit qui seminat da parte di Niccolo III (1255-1279)1. 1 R Lambertini, Apología e crescita dell'identitd francescana (1255- 1279) (Nuovi studi storici, 4), Roma 1990; Id., La povertd pensata. Evoluzione storica della definizione dell'identitd minoritica da Bonaventura ad Ockham (Collana di storia medievale, 1), Modena 2000. Si veda ancora la sintesi storiografica offerta dallo studioso in occasione della traduzione italiana del classico lavoro di Y.M.-J. Congar, Insegnare e predicare. Aspetti ecclesiologici della disputa tra Ordini mendicanti e maestri secolari nella seconda meta del secolo XIII e l'inizio del XIV. Presentazione di R. Lambertini (Srudi francescani, 10), Padova 2007, 5-29. Dalla seconda meta del Duecento, il magistero bonaventuriano (su cui si basera la linea ufficiale dei Minori) mirera a difendere la poverta quale via suprema di perfezione, il che consentira anche di motivare la
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