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CAVALIERI DI MADONNA POVERTÀ 129 tento, facendo poca o nessuna stima, se di loro si rideva il mondo o se per portare quelli abiti irsuti e selvatici, erano biasimati e tenuti pazzi (I, 255). QUESTE FURONO LE CAUSE Nei digiuni e in tutte le cose che noi facciamo, abbiamo preso da quei primi Padri, non per ipocrisia nè per disperazione, come dicono, ma per obbligo, perchè abbiamo fatto professione d'os– servare la Regola del Serafico Francesco, la qua]e è fondata in altissima povertà (II, 32). Questa fu quella che pigliò il nostro Padre, e a prenderla, da più cose egli fu mosso. Lasciamo stare di dire che esso fosse cosi da Dio ispirato, nè anco diciamo che Cristo gliela diede per sposa; perciocchè questo sposalizio e parentela spirituale fu volontaria, come anco sono le temporali e umane. Primieramente lo mosse l'ardente desiderio ch'egli aveva d'imitar Gesù Cristo ; lo mosse per fuggir tutti i lacci e inganni che in se stesse tengono le ricchezze ; lo mosse per fuggir la super– fluità che ben spesso ha l'uomo nelle facoltà del mondo ; lo mosse la voglia caldissima ch'egli aveva di prendere un più alto stato e più aggrandirsi e divenir ricco di virtù e di meriti santi ; lo mosse per più liberamente darsi al servizio di esso Dio e non esser im– pedito da impaccio alcuno, per più animosamente predicare con– tro le vanità mondane, per più gagliardamente camminare, anzi correre nella via insegnatagli dal Salvator suo; per più ardita– mente disprezzar il mondo, per più umiliarsi, per più esser tenuto in poca e nulla stima. Or queste furono le cause che mossero il Padre nostro a te– nersi ben cara questa povertà santissima. Le medesime cagioni mossero quei primi nostri Cappuccini e muovono eziandio questi che oggi sono al mondo, a far pregio tanto degno di essa povertà, veracissima madre loro (I, 269). La bella e santa Riforma 9
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