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CAVALIERI DI MADONNA POVERTÀ rr9 interposta persona. Però noi, volendo interamente e pienamente soddisfar alla pia intenzione del Padre nostro, ispirato dallo Spi– rito Santo, ordiniamo che i frati per nessun modo abbiano sin– dico, procuratore o persona alcuna in terra, in qualunque modo fosse chiamata, la quale tenga ovvero riceva pecunia o denari per essi frati o a loro istanza, requisizione, petizione, o in nome di essi, per alcun loro rispetto e causa. Ma il nostro procuratore ,e avvocato sia Gesù Cristo, Dio nostro, e la sua dolcissima Madre sia la nostra sostituta e avvocata, e tutti gli Angeli ed altri santi siano nostri amici spirituali (C, 57). PIÙ STIMA DEL DENARO CHE DELLA POLVERE Soleva dire il Serafico Padre che i suoi veri frati non debbono far più stima della pecunia e dei denari che della polvere, e averla in orrore come un venenoso serpente. Quante volte il pio e zelante Padre, prevedendo in spirito che molti frati, lasciando questa evangelica margarita (la povertà), dovevano rilasciarsi in rice– vere legati, testamenti e superflue elemosine, pianse la loro dan– nazione, dicendo che era prossimo alla perdizione quel frate, che della pecunia faceva più stima che del fango (C, 58). IL FRATE PRESE UNA PERTICA LUNGA E non volevano ricorrere agli amici spirituali per far com– prar alcune cose per necessarie ch'elle fossero, anche per gl'in– ferini, quando mendicando le potevano trovare. E tanto fu lo zelo di non far spendere pecunie, che quando la sentivano nomi– nare, tutti si stringevano in loro stessi. E una volta, tra le altre, un zelante frate, ritrovandosi di fa– miglia nel luogo delle Carcerelle d'Assisi, era solito per sua divo– zione d'andar all'orazione in un certo oratorio che è nel bosco. Nel quale oratorio ci andava anche un certo terziario molto di– voto, chiamato Giovan Maria. E come si fosse non si seppe: quel servo di Dio ci trovò una moneta, la quale vedendo, si diede a fug– gire. E tornandosi al luogo, trovò questo Giovan Maria. E doman-