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CAVALIERI DI MADONNA POVERTÀ II5 vino. Quando Fra Bernardo vide quella insolita provvisione, con molti sospiri e lacrime se n'andò dinanzi al Santissimo Sacra– mento, dicendo tra se stesso : «O Signore, aiutateci voi; non ci manca altro che incominciare a fare le provvisioni di vino con barili)) l E dopo si risolse di farne la correzione fraterna al P. Guar– diano, dicendogli inginocchioni: «O Padre Guardiano, che vuol dire quel barile ? A me pare di essere ritornato quel di prima. Vi dico che ho stimolo di stare più in questo luogo. Se la cosa avesse d'andare avanti, mi farei levare di questa provincia il. Il Guardiano gli rispose:« Io l'ho fatto per i Padri che passano. Non sarà più. Perdonatemi, F. Bernardo. Vi ringrazio della cor– rezione fraterna i>. Il che odendo F. Bernardo cosi umile risposta, disse la colpa al P. Guardiano, restando del tutto capace (III, 50J. Matteo da Cascia era tanto stimolato della povertà, che non credo che tra i Cappuccini nella provincia di Santo Francesco ce ne sia stato nessuno che lo abbia passato. Imperocchè era tanto lo zelo che non poteva patir respostimi di nessuna cosa; e quando si riponevano agli, cipolle, mele, noci e simili, non si quietava. mai insinchè il Padre Vicario le facesse smaltir via. E sempre voleva star nei luoghi più poveri (III, 155). LEMOSINE E SANGUE DI CRISTO Fra Rufino da Gallarate diceva ai frati : « Fratelli, abbiamo a rendere conto al Signor Iddio delle minime cose, perchè tutte sono lemosine e sangue di Cristo. Non sapete voi quello che in– tervenne nella provincia di S. Francesco ed in S. Maria degli An– geli? Un sagrestano aveva per costume di portar sempre nella manica di molti moccoli, e la notte accendeva uno di quei moccoli e trovando dei frati s'attaccava a ragionar con essi loro. E :finito il moccolo d'abbrucciare, n'accendeva un altro; e molti ne con– sumava a questo modo. E durò questo procedere molti anni. E venendo finalmente a morte, il demonio gli portò tutti quei moccoli in cella, in tanta moltitudine, che riempiva quasi la metà