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CAVALIERI DI MADONNA POVERTÀ 109 Diceva il venerabil Padre Fra Francesco da Iesi: « La vera povertà consiste in no:i amare cosa nessuna terrena, ma solo la Divina Maestà e di fare perfettamente la volonta sua. Però dice– vano quei vénerandi Padri che molto più consiste la povertà nella volontà che nell'uso delle cose. E volevano che niente valesse appresso Dio essere povero delle cose terrene ed esser ricco della propria volontà. E davano quest'esempio: Se morisse un frate, ,e dopo la morte gli fosse trovato cusciti nell'abito tre quattrini, da tutti sarebbe giudicato quel frate essere morto proprietario, e lo priverebbero delfa sepoltura ecclesiastica, come uomo dan– nato. Ora se ha tanta forza che se muore proprietario di tre quat– trini lo manda all'inferno, che è una povertà esterna in non aver niente delle cose terrene, Ja quale tra le povertà è la minima, quanto maggiormente si può dire che abbia a morire dannato colui che senza contrizione e confessione morirà proprietario della propria volontà, che è ricchezza la maggior che ritrovar si possa i,n questo mondo ? Siccome si vede che un imprigionato o schiavo, per liberarsi, dà quel che ha e quel che non ha. Questa è dunque la povertà alla quale per voto noi volontariamente ci siamo obbligati : esser, poveri della propria volontà, che per la professione del tutto ce ne siamo privi, e non abbiamo più il volere e non volere, ma del tutto ce ne siamo spogliati per amor di Dio, con obbligo di far quello che altri ci comanda. E questa è quella preziosa gemma che abbiamo data al Signore Iddio, a Lui più grata senza comparazione nessuna che tutte le ricchezze del mondo. Non dà poco chi dà al Signore Iddio la propria volontà, la quale offerta è sola sufficente per se stessa ; e senza questa niente altro gli piace. Questa è dunque quella vera povertà di spirito che tanto in– nalzò quei primi nostri Padri, liberandoli da ogni amor terreno, dall'ambizione, dall'appetito cli esser reputati santi e da tutti i comodi corporali, i quali sono tutte cose che non poco ritardano lo spirito e molte volte del tutto Io smorzano (IV, 12). La povertà esteriore consiste in tre cose: nell'abitare, nel vestire e nel mangiare. Alla quale povertà siamo tenuti per la Regola e per la nostra professione. Però sappiate che nessuna cosa è più difficile nella Religione quanto il precetto della povertà,

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