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IOZ LA BELLA E SANTA RIFORMA cetto quando gli fosse domandato qualche consiglio o che si ra– gionasse della vita spirituale; allora rispondeva tanto basso e umile, che riempiva ognuno di consolazione. Era questo servo di Dio tanto assiduo nella santa contempla– zione, che di raro parlava con nessuno; ma quando occorreva per utilità del prossimo, talmente se ci applicava e s'ingolfava nel parlare di Iddio, che pareva un Angelo terrestre. E tanto al pro– posito e sentenziosamente consigliava, che ben si conosceva che tutte le sue parole nascevano da quel bell'intelletto altamente da Iddio illuminato per la continua familiarità che aveva con il Signore Gesù Cristo nella santa contemplazione e rivelazioni, che la bontà sua si degnò di rivelar a questo suo servo (III, 294, 296). ERA MOLTO GRAZIOSO Giacomo da Cetona poco conversava con nessuno e quel poco con tanta benignità e mansuetudine che pareva un Angelo ter– restre. Era nella faccia molto grazioso e quasi sempre parlava delle cose di Dio; e quando si sentiva alquanto infiammato, con riso in bocca, faceva riverenze e se ne fuggiva o in chiesa o nel bosco (III, 356). LE SUE PAROLE ERANO TANTO AMOREVOLI Francesco da Novara fu pieno di ogni virtù, massimamente però fu regolato nel parlare e cosi ben esercitato nel santo silen– zio, che giustamente senza potergli esser detto dai suoi discepoli : e tu che fai? E tanto era il parlare di raro e basso, che mostrava veramente di portare continuamente Gesù Cristo scolpito nel cuore. Le sue parole erano tanto amorevoli, infocate e umane che non poco ricreavano ognuno e molto desideravano di sentirlo ragionare delle cose di Dio. E tanto si divulgò la ±ama sua, che ognuno che si ritrovava tribolato, desiderava di sentirlo e se ne partivano consolati (III, 367).
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