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86 LA BELLA E SANTA RIFORMA gli accendeva lo spirito. E siccome io vidi con i propri occhi, che mangiando Fra Gregorio da Viterbo, uomo di gran perfezione, erano più le lagrime che gli cascavano in su la mensa, che non erano i bocconi che lui mangiava. E questo veniva da tenerezza che si vedeva mangiar il pane delle sue fatiche e nella perfetta osservanza della Regola (IV, 196, 197). Quando che occorreva a Benedetto da Subiaco mangiare di quelle cose che con esercizio lui e altri frati di quel tempo guada– gnavano, spesse volte, mangiando, giungeva le mani e alzava gli occhi al cielo. E più volte ci fu visto lacrimare, e diceva : « Rin– graziato sia Dio, si è pur adempito il desiderio mio che ho avuto sempre di vivere delle mie fatiche» (III, 134). Crescendo la Congregazione e venendo i frati che non erano così abituati nello spirito, i venerabili Padri, illuminati dallo Spi– rito Santo, conobbero che mettere questi tali agli esercizi e al ser– vizio degl'infermi sarebbe stato loro causa di rovina, giudicando che non fosse impresa da ognuno. E però cessarono degli esercizi, pensando però che non si dovesse perdere il tempo, ma che si do– vessero affaticar nelle sante orazioni e nei santi studi, dannando e riprovando però in tutto e per tutto l'ozio. E però dicevano quei venerabili Padri: « Assai fa esercizio chi si affatica nelle sante orazioni, santi offici e nei santi studi e nella predicazione. E i no– stri laici assai bene spendono il tempo, quando si affaticano negli esercizi e offici della Religione ii (IV, 198). LETTURE Si legga qualche devotissima lezione ai frati, esortandoli a seguir Cristo crocifisso (C, 2). Perchè le fiamme del divino amore nascono dal lume delle cose divine, si ordina che si legga qualche lezione delle scritture sacre, esponendole con santi e devoti dottori (C, 4). Per la uniformità delle cerimonie, tanto in coro quanto in ogni altro luogo, si legga la dottrina di san Bonaventura e le ordinazioni
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