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La lunga pratica al letto degli infermi lo aveva convinto della tattica del nemico al momento dell'agonia, tattica che si rivela in una serie di assalti tanto più accaniti quanto meno gli resta di tempo per una possi– bile vittoria sull'anima (Apoc. 12, 12): tentazioni di superbia, di be– stemmia, d'incredulità; tutto questo attendeva pure sopra di sé l'umile fraticello, e perciò si premuniva ripetendo in vita insistenti proteste di umiltà, di adorazione, di fede, per il punto della sua agonia. Ora invece che era da attendersi la lòtta, padre Ignazio si sente così. sereno! Pare che il maligno si disinteressi di lui, e non dia segni di in– gaggiare l'ultimo attacco a quella povera anima. Ma non è sicuro: teme ancora che si tratti d'una finta manovra... Perciò si rivolge al Superiore« a cui sempre rivelava i segreti del cuore». << Padre Guardiano, io non so che cosa sarà di me. Sappiamo che anche i grandi Santi tremavano in vicinanza della morte; io invece non provo questo timore, anzi sento il cuore così tranquillo che temo di confidare troppo e di essere ingannato. Mi faccia questa carità di darmi consiglio! ». Poi con grande riverenza accolse la risposta scandita autorevolmente dal padre Guardiano, eco indiscussa della voce di Dio; e quell'otacolo dissipò ogni foschia dall'orizzonte sereno di quell'anima. « Temo di confidare troppo! ». Padre Ermenegildo si era sentito commuovere dinanzi a quello strano timore che suonava per lui un ingenuo canto di vittoria; e nel rassicurare il suo suddito sentiva egli stesso la sicurezza di questa verità: che il demonio assale più accanita– mente in morte coloro che gli lasciarono più speranza in vita; ora il padre Ignazio aveva talmente sconfitto il nemico durante la vita, da togliergli ogni speranza per il punto di morte'". NOTE ,. La grafia del primo testamento è assai studiata, tanto che ci fa dubitare se provenga dalla mano di padre Ignazio o da quella di qualche suo studente calligrafo. Certamente autentica è tuttavia la ,fuma: « Fr. Ignazio da Santhià, Sacerdote Cp. indegno, confermo quanto sopra». Questo testamento è più reto– rico del secondo, e pare composto per venire rimeditato ogni mese, forse in occasione di una giornata di ritiro. Il secondo testamento è tutto autografo, ,più personale e concreto, si chiude così: « Io fra Ignazio da Santhià crea– tura vilissima, peccatore scelleratissimo e cap– puccino indegnissimo dichiaro protesto e pre– go come sopra. "Et testamentum meum fidele ipsi" ». " Doc. 247, 88. " Doc. 191, 7. 279
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