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Ma il nostro bravo vecchietto dopo che s'era lamentato con Dio, perché burlato nei suoi calcoli, ebbe presto a rallegrarsi nei suoi due ultimi anni - e per questo apparve più lieto - quando, nel cadere delle sue energie, sentl i primi richiami dell'eternità e i passi, non più lontani, del Signore in arrivo. Verso il tramonto Toccò al padre Ermenegildo, che nel capitolo provinciale del1'8 maggio 1767 era stato eletto Guardiano del Monte, dare al suo venera– tissimo suddito le ultime benedizioni per scendere in Torino, e poi anche la estrema, per il viaggio all'eternità. Per tutto il secondo semestre di quell'anno, e ancora per il primo dell'anno seguente il nuovo padre Guardiano s'era rimesso pienamente alle iniziative del suo fervoroso suddito, sia per le pratiche penitenziali, e sia per le numerose benedizioni richieste da Torino. Ma dovette costa– tare, particolarmente neIIa seconda metà del 1768, che le energie del padre Ignazio stavano crollando e le sue infermità gli bloccavano il passo. La caduta più seria dei due inseparabili compagni nella roggia della città - ottobre del 1768 - convinse padre Ermenegildo di ciò che, con insistenza, andava ripetendosi tra i frati: « Non è più prudenza lasciar circolare per la città, sia pur per suo desiderio, il padre più anziano »; « Sembra una crudeltà cimentarlo a tanto incomodo in quell'et໕. Gli ammalati di Torino sentivano di non poter rinunziare alla presenza del Padre delle benedizioni, e si offrivano di trasportarlo in portantina o in vettura; ma questo ripiego, oltre a ripugnare all'umiltà del Padre, non avrebbe ovviato ancora a tutti i pericoli. Allora il padre Guardiano si vide costretto ad imporre al suddito le varie dispense necessarie. Dovette esonerarlo, con grande rincrescimento dei religiosi, sia dal fare il Catechismo ai fratelli laici, e sia dalla predicazione degli esercizi alla comunità del Monte. Inoltre fu dispensato dall'osservanza corale•, e dall'impegno delle benedizioni fuori convento. Il buon Cappuccino accettò di vedersi così 268

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