BCCCAP00000000000000000000795

Non interessa descrivere il bosso nocchieruto; vogliamo soltanto alludere, con questa figura, al padre Alessandro da Buttigliera, che fu per il padre Ignazio, al suo ultimo decennio, più che il bastoncino nella mano: compagno intimo, sì da formare con lui come un gruppo statua– rio inscindibile. A Torino tutti ormai li salutavano come i due insepa– rabili, ma padre Alessandro godeva di scomparire nella luce del suo gigante di santità, « era solito camminargli sempre un passo indietro » per riverenza e per non turbare la devozione popolare che si accentrava tosto nel padre Ignazio; così sempre, salvo il caso che dovesse tirarlo per il cappuccio come richiamo a guardare chi lo chiamava o lo riveriva. Padre Alessandro era più giovane di nove anni: aveva fatto a Chieri la vestizione religiosa proprio in quel maggio 1717, quando padre Igna– zio stava per emettere i voti: vissero quindi insieme i primi fervori del Noviziato per tre mesi. Poi le loro strade si divisero. Padre Alessandro, per la sua specchiata virtù, prese la via di Roma dove i Superiori lo vollero per molti anni nella Curia Generale. Quando si sentì affranto dal lavoro, ottenne di ritornarsene alla sua Provincia e si stabilì al Monte, per applicarsi più che mai alla propria santificazione. Qui, nel– l'autunno della sua vita, la Provvidenza gli metteva a fianco il compa– gno della sua primavera francescana: padre Ignazio. A questi spettava il compito di guarire il confratello dalle ansietà di spirito che lo tor– mentavano, forse in seguito al suo deperimento fisico. Le angustie,« che minacciavano di fargli perdere il cervello », alla scuola del padre Igna– zio scomparvero in tal modo che il discepolo poté servire Dio con grande Hbertà di spirito, cioè nello stile del suo maestro! Per dodici anni si accompagnarono per le vie di Torino, e padre Alessandro gioiva d'attingere dal suo Padre e Maestro quella scienza dei santi, che non trovava nei libri, e che riproduceva così al vivo la pietà francescana delle origini. In tal modo padre Alessandro poté essere anche il testimonio dei prodigi che fiorivano tra gl'infermi per opera del suo compagno; testimonio pieno di venerazione e di mera– viglia nel sentirsi così a contatto col soprannaturale. - Padre Alessandro, - gli domandavano i chierici del Monte riecheggiando la fama corrente nel popolo - ne fa ancora dei miracoli il padre Ignazio? 260

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz