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Alcuni giovani chierici al suo passaggio se lo additano: « Quello sì che è un santo! ». - E chi ve l'ha detto? - risponde lui con un risolino. Il padre Guardiano lo incontra mentre due fratelli laici lo portano all'infermeria, e gli dice: - Povero padre Ignazio, si faccia coraggio! Ed egli con volto ilare: - E non vede, padre Guardiano? Questi bravi fratelli hanno co– raggio anche per me.' Rallegrava anche gli altri Tali lepidezze gli fiorivano in bocca senza sforzo, specialmente nei suoi ultimi mesi. « Sempre conservò una ilarità di volto che tanto più cresceva quanto più s'avvicinava al termine della vita» (padre Leandro). « La sua allegrezza rendeva tal aria di paradiso che rallegrava anche gli altri » ( fra Arsenio) "". Quando morì padre Stefano da Carrù, suo confessore e più giovane di lui di 8 anni, parve che la serenità del Padre anziano si annuvolasse. Fu l'unica volta - ci assicura padre Paolo Fr. da Gassino - che lo videro piangere, o più esattamente « con occhi lacrimosi e pieni di giubilo ». Breve parentesi di santa invidia verso il confratello, perché il Signore, nel chiamare il suo servo al premio, non aveva rispettato l'ordine di anzianità. « Perché prima lui che è più giovane di me? » "'. Il perché c'era, e lo intuirono tutti i confratelli. Padre Ignazio dovette ancora sopravvivere un lustro per essere con– forto, sostegno morale della sua Madre Provincia, che in quegli anni subiva una prova durissima. Uno strascico di calunnie e diffamazioni aveva gettato in grave co– sternazione Superiori e sudditi cappuccini del Piemonte; si temeva anzi qualche grave scompiglio. Il Visitatore apostolico, mandato da Papa Clemente XIV per sollecitazione del Re di Sardegna, Carlo Ema– nuele III, fu il nuovo arcivescovo di Torino, Francesco Lucerna Ro– rengo di Rorà (1768-1778), grande ammiratore del Cappuccino del Monte, a cui tutti ormai riconoscevano la fama di santo. 256
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