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La statura completa del Padre ci viene però ricordata dai documenti. « Era piccolo, scarno e di delicata complessione » •. Quando la Duchessa di Savoia Maria Ferdinanda di Borbone, moglie di Vittorio Amedeo III, venuta al Monte con la corte reale nel 1768, vuole parlare all'orecchio del padre Ignazio, deve inchinarsi su di lui « che era di statura piuttosto corta e, per la vecchiaia, un po' ricurva ». Il suo volto Potremmo forse rivederlo, con un po' di fantasia, come si presen– tava ai confratelli, al chiudersi dei suoi giorni, in questo modo. Andate su al Monte e nella vetrina del piccolo museo ignaziano, annesso alla chiesa, misurate la sua tonaca (alta cm. 126 sino alle spalle), il mantello (cm. 84), il bastoncino dei suoi ultimi anni (cm. 83). Poi immaginate due piedini scalzi spuntare sotto quella tonaca; e sopra il cappuccio chinarsi il capo del frate ottuagenario. Ha la calotta cra– nica totalmente calva e orlata all'occipite, tra un orecchio e l'altro, da un semicerchio di cappelli stopposi, sfuggenti, rasati inferiormente per un estremo tentativo di tonsura religiosa. Immaginate ancora, presso la tonaca, il bastoncino pendente all'imboccatura della manica, e avrete così viva la figura del padre Ignazio in atto di scendere in città a distri– buire le sue benedizioni... La gracilità dell'organismo, a cui lo spirito ha mangiato la carne, si riflette bene anche nel volto, quale ci viene riprodotto nelle imma– gini: piccolo, amabile, d'un candore infantile. Le gote un tempo paf– fute e colorite dell'angiolino, portano ora tracce di un mezzo secolo di digiuni presi sul serio. Il loro rilievo tondeggiante s'è incavato, cedendo il posto alle prominenze zigomatiche che dalla regione orbitale gli sti– rano la pelle verso la fossa delle guance. L'abituale sorriso gli ha sol– cato attorno agli angoli della bocca due parentesi chiuse, fuori delle quali una barbetta rada riesce appena a sfumare nel suo candore il profilo secco e ossuto del volto. Gli occhi- sempre in lotta col dolore - non sono più le due stelle brillanti, viste da fra Valeriano; ma Dio gli ricambiava la luce esteriore sacrificata, con una luce interiore che quasi si riverberava sul volto e gli dava il privilegio di scrutare uomini e cose oltre il diaframma della 249

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