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CAPITOLO NONO ULTIMO RITRATTO Una pm?a a tradimento Abbiamo tentato di delineare il ritratto d'un'anima. Anche l'occhio vuole la sua parte, per vedere umanizzate le doti dello spirito nelle fattezze :fisiche, quali si presentarono alla pietà dei contemporanei. D'altronde è necessario completare la :figura del padre Ignazio, come era nel desiderio dei Torinesi, quando al richiamo della campana del Monte salivano a rendere l'estremo saluto al loro grande benefattore. Tutti chiedevano: « Potete darci un ritratto del nostro Padre? » 1 • Alla risposta negativa d'un frate si cominciò a mormorare: « Questa è una grave dimenticanza: non conservare la :fisionomia d'un uomo tanto benemerito! ». Forse quel frate non era al corrente di ciò che il Superiore, con un certo riserbo, aveva fatto in proposito alcuni anni prima. Almeno in questo caso, i superiori del Monte non potevano venir incolpati di dimenticanza. Come il padre Adeodato da Torino aveva sollecitato il compagno di viaggio del padre Ignazio a « osservare con prudenza e registrare quei fatti che potevano esser degni di memoria », così il padre Ermenegildo, pur nella sollecitudine di tenere nei giusti limiti la devozione popolare verso il suo suddito, si era dato premura di ritrarne le fattezze. « Perché io era pienamente persuaso della con– dotta esemplarissima e ammirabile del padre Ignazio, fin da principio 247

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