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Allora i poveri occhi del Cappuccino s'illuminano come d'una luce profetica, e guardano il giovane per dirgli ch'essi vedono chiaro oltre quelle inutili schermaglie. - No, no, caro giovane, - dice scotendo il capo in cenno nega– tivo - vostro padre non potrà ostacolarvi minimamente. Ora egli è moribondo e presto morirà e lascierà libero il vostro destino. Quelle parole così calme e sicure turbarono l' Ascheri che non pen– sava nemmeno a una malattia del padre. Partì immediatamente da Torino verso le nove antimeridiane. Quando arrivò a Piasco, sul mezzogiorno, trovò realmente la sua fami– glia in lutto; il papà era spirato da tre ore, dopo una malattia così breve da non permettere nemmeno ai parenti di avvertire il figlio. Nessuno poi aveva potuto dare notizia di tal cosa al padre Ignazio che non cono– sceva la famiglia Aschèri né era da essa conosciuto. Il soldato si per– suase che gli occhi invalidi del suo Confessore leggevano nella luce di Dio; ma non era ancora vinto. Quel lutto domestico cambiò rotta alla carriera dell'Ascheri. Congedatosi dalla milizia, ritornò a Fiasco e ottenne dal Vescovo di Saluzzo la veste clericale, pur senza intenzione di farsi sacerdote. « Intendevo soltanto - confessa lui stesso - portare quest'abito per mia comodità durante lo studio delle leggi. Dopo di che, smesso l'abito, mi sarei sposato». Ritornato dunque a Torino volle rivedere al Monte il suo confes– sore, e si presentò a lui, stavolta, in abito talare, ossia, da chierico: luglio 1770. Padre Ignazio stava già ai suoi ultimi mesi di vita. Con– fessò l'Ascheri, poi, con le dita tremanti scosse un lembo della manica allo pseudochierico, tentennò di nuovo il capo negativamente e scandì queste parole: - No, no, no, figliolo: non ci siamo ancora! Non è ancora questa la divisa che vuol da voi il Signore. Pensateci bene, caro, se vi preme la vostra salvezza. Seguì una pausa e un lungo respiro, poi riprese: - Eccomi: io m'avvicino a gran passi alt'eternità; quest' è l'ultimo avviso che vi do: Fate gran conto della vostra vocazione. Fu veramente l'ultimo avviso; l'Ascheri ritornò bensì quindici gior– ni dopo per l'ultima volta dal Padre, in agosto. L'infermo stava con- 244
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