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Mi paghi la festa! Era salito al Monte il 18 maggio 1762 un padre di famiglia con in braccio il suo figlio di sei-sette anni, che si reggeva a stento sulle grucce. Padre Ignazio sentiva tenerezza per l'innocenza, particolarmente per quella sofferente. Lo benedice di cuore, e al termine della benedizione il bimbo resta ancora li, sulle sue grucce, a guardare padre Ignazio, come in attesa di un regalo. H Beato comprende, ma non può fare di più! Dice allora al bimbo indicandogli l'altare di san Felice da Cantalice: « Oh, piccino mio, va ora da quello là. Lo vedi? Oggi è la sua festa.' Ebbene digli, a mio nome, che ti paghi la festa.' ». Le piccole grucce si mossero lentamente verso l'altare: una breve preghiera: « San Felice, pagami la tua festa! ». La risposta del Santo fu immediata. Le grucce restarono sull'altare e il bimbo s'avviò a gettarsi tra le braccia di suo padre attonito e felice. Quando vide il bimbo ridiscendere dal Monte colle proprie gambe, padre Ignazio era raggiante: perché felice della gioia del bimbo e del padre, e anche perché gli era riuscito l'intento di distogliere da sé lo sguardo dell'infermo, accollando a san Felice la paternità del mira– colo 11 • « Occhi... come due stelle...! » Così restarono gli occhi della povera bimba di 4 anni: Marianna Cerutti. Ma occorreva vederla prima: torturata da tre mesi da una flus– sione d'occhi che le rendevano intollerabile la luce; poi priva affatto dell'occhio destro per una cateratta. I coniugi Cerutti « sapendo per voce comune - trascriviamo dalla loro deposizione giurata - che il padre Ignazio al Monte... faceva miracoli », sul cadere del settembre 1769, vanno a chiedere la sua benedizione. Il Padre si trovava già in infermeria, privo di forze, ma aiutato, scese in Coro, fece inginocchiare la famiglia presso l'altarino e diede la benedizione. Poi disse loro: « Non dubitate ma pregate ancora per nove giorni S. Gioachino e san– t'Anna, e la figliola sarà presto guarita.' ». Come pegno della promessa, 231

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