BCCCAP00000000000000000000795
che il Beato riceveva, con la licenza del Superiore, solo per poterlo distribuire « a chi aveva più bisogno di lui ». E tutto ciò « faceva con tale ilarità di vO'lto - ricorda padre Cherubino - che mi innamorava ogni volta che lo sorprendevo a fare simili atti di carità»". Fra Germano da Tollegno è preso da tale nausea di ogni cibo da essere ridotto a pelle ed ossa. Un giorno confida al suo confortatore padre Ignazio, che qualche uccelletto ben accomodato e qualche po' di cioccolato gli parrebbe sufficiente a far scomparire la nausea che lo estenua. Lietissimo il Padre di questa nuova ricetta, va tosto a spedirla. Con la stessa facilità con cui aveva già questuato del caffè per il suo compagno di viaggio, così ora ha trovato gli uccelletti e il cioccolato: insegna a fra Fedele come preparare quella medicina: e fu la guarigione completa: « ritornò l'appetenza al malato, che si riebbe e sopravvisse molti anni » 0 • Tra gl'infermi visitati da•l padre Ignazio ve n'era uno a cui forse l'esaurimento aveva scombussolato più la fantasia che lo stomaco. Vi– veva tra decotti e pappette, e aveva in orrore il cuoco definito da lui, senz'altro, causa di tutti i guai, e reo, mediante il pepe messo nelle vivande, di volergli accorciare la vita! Padre Ignazio sorride e si prende a cuore l'infermo di cui conosce bene la malattia. Per guarirlo, ossia disingannarlo, si pone, con gran pazienza, a compiacerlo. Si appo– sta in cucina e fa la guardia al pepe e al cuciniere incriminato; poi ritorna dal malato a fargli il resoconto, frutto delle più ser:ie indagini: il pepe non era entrato al cuoco nemmeno nell'anticamera del cervello! Guadagnatasi così la piena fiducia dell'infermo, padre Ignazio fo indusse a una nuova cura che lo fece libero e dall'ossessione del cuoco e dalla troppa fede nei decotti. Il poverino si sentì presto migliorato: « riprese a frequentare il coro, ritornò ai digiuni della Regola, e - osserva fra Fedele, medico e chirurgo che riferisce il fatto-, dopo quella cura ... ignaziana, -l'infermo smise ogni medicina e godette perfetta sanità » 7 • Indisposti nel corpo, indisposti nella mente, e indisposti nello spi– rito: tutti furono oggetto della carità del nostro Beato. Ma la sua specializzazione, specialmente negli ultimi 25 anni fu per le malattie o le crisi dello spirito. Nel trattamento di questi infermi - i più veri e più difficili a curare - bdlla un aspetto particolare della sua carità serafica. 225 16. Faro sul Monte.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz