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Amore ai confratelli CAPITOLO OTTAVO IRRADIAZIONI DAL MONTE La carità è diffusiva: e il beato Ignazio la irradiò sopra Torino fra i poveri e gl'infermi. È naturale che i più vicini a questa irradiazione, i prossimi più stretti a lui per comunanza di vita e d'ideali ne usufruissero per primi. S'illuminarono alla luce della sua dottrina, ma anche si sentirono inve– stiti dalla fiamma della sua carità. Le loro voci sono umili testimo– nianze, ma piene di fervore, che riverberarono sopra di noi la loro espe– rienza gustata a contatto del padre Ignazio. Sono un inno alla carità del loro grande confratello, carità che non è soltanto più la nota dominante della sua vita, ma è diventata alla fine un concerto che incorpora e armonizza tutte le altre note, una sinfonia nel suo crescendo finale e trionfale. Lo si avvertiva dalle conferenze domenicali del Padre: la carità era l'argomento più appassionante, le frasi gli vibravano dal cuore più solenni, ed erano scandite, come poche, nella maestosità della citazione latina: « Caritatem habete... vinculum perfectionis » (Coloss. 3, 14 ). « Hoc est praeceptum meum » (Jo. 15, 12); « Senza di essa: nihil sum » ( 1 Cor. 13, 2) 1 : parole il cui commento più efficace era la vita quotidiana di lui in seno alla famiglia religiosa. « L'inesprimibile amore che portava al suo Ordine » 2 lo riversava sopra tutti i suoi confratelli, fossero novizi inesperti o umili fratelli 223
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