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vito corredato delle loro forti ragioni, sicuri che avrebbero superato ogni ragione contraria. L'ultima tappa di ritorno era, per lo più, presso la cappella della Consegna o ricevitoria del dazio, dove esercitava l'uffi– cio un ammiratore del padre Ignazio. La stanchezza sempre più accen– tuata del Padre aveva mosso a pietà il daziere Felice Maino, il quale, per assicurarsi una tappa obbligatoria dell'amico, s'era rivolto diretta– mente al Superiore del Monte e ne aveva ottenuto il beneplacito. Da quel giorno l'ufficio daziario di Porta Po era divenuto luogo dell'ultimo appuntamento col Padre delle benedizioni. Là, presso la stufa sempre accesa, egli poteva d'inverno rasciugare i piedi e disintiriz– zire le membra; o nella calura estiva poteva respirare un poco, prima di riprendere la strada solatìa del ponte e del Borgo Po. Poteva... quando le sentinelle della carità non segnalavano al buon Padre qualche altra necessità più urgente del suo stesso riposo. Le cadute del Cireneo « Volava... »: così definiscono i testi la prontezza del padre Ignazio nel suo apostolato. Ma noi sappiamo pure che l'alacrità di spirito non risparmiava affatto la fatica ai suoi piedi callosi, che apparivano sempre più lenti e dolenti. Il tragitto dal centro di Torino al Monte - si era costatato - gli richiedeva da quattro a cinque ore di cammino, inclusi gli arresti e le deviazioni imprevedibili e inevitabili. Or in questo pelle– grinare così alla ventura, la prontezza dello spirito dovette talora, specie verso la fine, cedere all'infermità della carne. Il servo fedele voleva sfruttare le sue energie sino all'esaurimento; e questo si annunziava lento ma inesorabile, sorprendendolo con varie cadute sul campo del suo lavoro. Sappiamo dal daziere Felice Maino che più d'una volta dovette rice– vere in ufficio l'amico così sfinito da non reggersi più in piedi. Anzi un giorno, padre Ignazio, appena postosi a sedere fu colto da svenimento; per fargli riprendere i sensi dovettero somministrargli un sorso di acquavite. Finalmente una caduta più pericolosa nell'acqua della roggia che scorreva per la città, decise il padre Guardiano Edmondo da Mom– barcaro a dirgli così: « Padre Ignazio, io credo sia meglio che ella non 217