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col termine coniato dal popolo: il padre santo; e questo era uno solo: padre Ìgnazio ! Il sacrista padre Bonaventura e il portinaio fra Fiorenzo avevano un bel ripetere alla gente: « Il padre Ignazio è assente; abbiate fede e riceverete ugualmente la benedizione da un altro sacerdote ». Questo ragionamento non li convinceva, e insistevano: « Ma noi abbiamo messa tutta la fiducia in quel santo Padre! Dove sarà andato? Quando ritor– nerà? Ebbene: verremo un'altra volta! »•.E il portinaio per l'ennesima volta richiudeva la porta, un po' indispettito per le sue corse inutili, per dover ripetere sempre il ritornello inascoltato, e anche per quella mentalità popolana che non sa ragionare, come lui, a punta di teologia! Ma poi, ripensandoci su, anche fra Fiorenzo capiva che quei poveretti avevano pure una loro logica; in realtà le tante guarigioni insperate scendevano sempre dalla mano benedicente del padre Ignazio e non da altre! Pellegrinante per Torino Quando il Padre dei malati non si trovava in casa e non era stato mandato in altro convento a supplire il Guardiano, era facile saper dove trovarlo: tra i malati della città. Ormai non si apparteneva più: la sua cella di giorno lo vedeva raramente, perché le richieste dei malati per una sua visita si facevano sempre più incalzanti. Ed egli non esitava, mandato dall'obbedienza, a « lasciar Dio per Iddio! » - era la sua massima cara - privandosi della gioia di adorare Dio nel Tabernacolo, per servirlo nelle sue creature 10 • È Dio che lo manda, e l'umile servitore non vuol nemmeno sce– gliersi di suo arbitrio le visite da fare. Il Guardiano tiene sul tavolo una lista di richieste per il suo suddito. Le divide, le raggruppa secondo un piano logico per evitare sgambate inutili al povero vecchio; poi gli con– segnerà l'elenco dei vari indirizzi di malati da visitare. Due o tre volte per settimana, d'ordinario, il buon Padre dovrà prendere il suo bastoncino e, affiancato al compagno, si farà pellegrino di carità che scende, •rosariando, a bussare ai palazzi come alle stam– berghe, dovunque il dolore accomuna i mortali e li fa sentire fratelli. In certe stagioni il pellegrinaggio del Cappuccino diventa quotidiano, 213

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