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così, Padre mio; farò provvedere da un altro ciò che ella desidera-. E lui con finezza: - Faccia come crede, padre Guardiano; ma se vado io, eviterò un rossore alla poverina! Passò beneficando e risanando tutti... Gesù nel Vangelo compare sempre circondato da infermi desiderosi di guarigione, e non teme di alternare la sua predicazione tutta spiri– tuale con la cura delle malattie corporali. Tale fu la vita del padre Ignazio, che s'era proposto di seguire le orme del Maestro divino. Le sue contemplazioni, confessioni, predica– zioni compaiono sempre alternate con l'esercizio della carità più umile e spicciola: benefattore dei poveri e consolatore degli infermi. È neces– sario seguirlo anche nel disimpegno di quest'ultima opera di miseri– cordia, per conoscere bene tutta la fisionomia spirituale del Padre e valutare le dimensioni della sua carità umana prima ancora che dei suoi carismi divini. Il vertice della sua attività fra gl'infermi viene raggiunto negli ulti– mi 15 anni della sua vita (1755-1770). La fama delle sue « prodigiose guarigioni », dopo aver commosso la città di Torino, dilaga per tutto il Piemonte e crea al vecchio cappuc– cino, acciaccato e cadente, un lavoro giudicato da tutti superiore alle sue forze naturali •. Il parlatorio del convento e, più ordinariamente, l'andito della chiesa che dalla cappella di S. Maurizio va alla sacrestia prendono, in certi giorni, l'aspetto di un pronto soccorso dove si riversano miserie e malattie di ogni genere in cerca d'una medicina che risolva dal cielo quanto non sa risolvere la scienza umana. Per questo gli infermi cercano padre Ignazio. È ormai una secolare tradizione dei conventi cappuccini la designa– zione d'un sacerdote incaricato di soddisfare alle frequenti richieste di be11edizioni. È di solito il padre che durante la settimana deve guidare l'offìciatura del coro: l'ebdomadario. Ma al convento del Monte questa norma non si poteva attuare: insieme alla richiesta benedizione si esigeva anche la persona desiderata, 212

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