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I poveri di Cristo CAPITOLO SETTIMO ANGELO CONFORTATORE « I poveri li avrete sempre con voi! » ha detto Gesù (Matt. 26, 11 ). A Torino poi, cuore del Piemonte tormentato, nella prima metà del secolo xvnr, da guerre, pestilenze, carestie, i poveri affluivano in maniera preoccupante: o per impegnare le braccia in qualche lavoro, o per stendere la mano alla porta dei nobili e dei benestanti 1 • Il mendicante più che al palazzo del ricco sale volentieri, per l'ele– mosina spicciola, alla porta del Convento, dove sa di trovare la tradi– zionale carità con più sorriso da una parte e meno rossore dall'altra. Al convento del Monte vigeva in pieno la bella tradizione cappuc– cina: « ... noi siamo come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi » (A. Manzoni: « I promessi sposi », cap. III). Il portinaio fra Fiorenzo da Racconigi riferisce che in tempi di maggior penuria egli doveva provvedere a sfamare per vari mesi duecento poveri in attesa quotidiana alla porta del convento, « tuttavia mai mancò il necessario per la numerosa famiglia del Monte, resa più grande dai tanti religiosi forestieri, che frequenti vi capita- • vano» . Padre Ignazio si mostrò sempre « inclinatissimo » verso questa categoria di persone, perché più disprezzate e perché immagine più viva di Colui che, ricco per natura, s'è fatto povero per noi (2 Cor. 207
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