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giovani studenti - ai quali il Direttore d'Esercizi doveva apportare un risveglio di spirito e non ammannire un soporifero! Qui appunto risal– tava lo spirito versatile del Beato, sempre fecondo nel ritrovare spunti nuovi, pratici, interessanti. Non si limitava all'esposizione di prindpi generali valevoli per tutti, ma scendeva ad applicarli alla vita di ogni ceto di religiosi: Superiori e sudditi, predicatori e confessori, chierici e laici. E ciò che mi rende stupito si è che ogni anno cambiava argomento nelle sue applicazioni pratiche, facendole convergere, d'ordinario, per tutto il corso di dieci giorni, intorno a una virtù da acquistare o ad un vizio da estirpare 10 • Il sentimento poi della responsabilità che portava in quei giorni di grazia, lo sollecitava a parlar chiaro e senza rispetto umano. « Annun– zino i vizi e le virtù, la pena e la gloria »: norma della Regola france– scana: dunque da tradursi fedelmente in pratica! E il nostro Predica– tore, dopo l'accenno alla verità ideale, non si esimeva dal compito ingrato di scoprire le piaghe della vita reale. Si arrivava perciò inesora– bilmente, negli Esercizi, alla volta della predica scoprimagagne, come fu chiamata da san Bernardino da Siena. Nella pace dell'ora serale, quando la massima parte della famiglia si trovava raccolta in coro, dopo il peso d'una giornata di preci e medi– tazioni, quella conferenza diventava la più interessante, la più vivace. Anche se il nostro oratore non ebbe mai la pretesa di emulare la mimica né lo scilinguagnolo del toscano san Bernardino, pure era inevitabile che s'incrociasse tra le file dei giovani qualche strizzatina d'occhi, smaniosi di vedere l'effetto delle allusioni sopra padre Tizio e frate Caio. Si sorri– deva, ma nessuno s 'offende.va : tutti sentivano in quelle frecciate una risorsa oratoria per sollevare lo spirito, ma soprattutto si sentiva uno zelo ardente per l'osservanza della Regola. E si ammirava ugualmente e l'acutezza e la delicatezza dell'oratore. Ho udito alcuni religiosi esprimersi con alta meraviglia su questo fatto: che padre Ignazio, tutto dedito al raccoglimento e ritiratezza, sapesse arrivare così a proposito a scoprire e a toccare la piaga senza inasprirla; e a curarla con sensibile profitto e aggradimento di tutti (padre Paolo Fr.). Parlava a tutti con libertà evangelica e senza adulazione, accoppiando rispetto e verità nel riguardo dei superiori considerati da lui come suoi maestri (padre Onofrio). 204
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