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delle celebrazioni frettolose, ma nemmeno si permetteva l'eccesso op– posto. Nelle sue adorazioni private, assorto o rapito dai sensi, non avvertiva il fuggir delle ore; ma durante il rito liturgico non poteva per– mettersi estasi o lunghe contemplazioni. Rendeva bella la sua Messa - ci spiegano i testi - il contemplare in lui, pur gravato di malanni tanto da potersi muovere con stento, una gravità, una compitezza di genuflessioni e prostrazioni, una pro– nunzia sì chiara e calda dei testi sacri, per cui « col gesto e con la voce allettava tutti alla devozione verso l'augusto sacrificio» 11 • Irradiava luce Una volta sola, che sappiamo, la devozione eucaristica gli prese la mano, con una singolarità che colpì vivamente un religioso. In Chieri, ove era stato mandato a supplire il padre Guardiano, padre Ignazio stava celebrando un giorno la Messa all'altare maggiore, verso le ore sette del mattino. In quel mentre entrò nel rnro retrostante il padre Pellegrino da Savigliano, che era di passaggio per quel convento e nulla sapeva della presenza in Chieri del Beato, anzi non lo cono– sceva nemmeno di persona. Ora, nel fare la prostrazione rituale dinanzi al SS. Sacramento, diede un'occhiata attraverso lo spioncino o fine– strella che dal coro guarda all'altar maggiore. Avvertita all'altare la celebrazione della Messa, osservò un istante: un fatto insolito attirò tosto la sua attenzione. Quel celebrante appariva stranamente luminoso in faccia; non solo, ma dal suo volto s'irradiava come un alone di splen– dore che pareva ripercuotersi sull'animo di padre Pellegrino, inondan– dolo di tenerezza e commozione. Ciò non impedì che questo padre osservasse meglio, per rendersi conto del fenomeno esteriore ed inte– riore. Si portò al fianco dell'altare; il sole non penetrava ancora in chiesa; le due solite candele, poste ai lati dell'altare, non potevano illuminare il celebrante in modo da rendergli il volto così raggiante « non solo sulla superficie ma anche all'intorno per un palmo di raggio» . Volle informarsi dai confratelli chi fosse quel Padre, e conobbe così, per la prima volta, il padre Ignazio, di cui tanto già si parlava nel Piemonte. 186

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