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il suo Testamento spirituale (18 ottobre 1727), attingendo dal cuore del Crocifisso la norma della donazione totale della vita. Il Crocifisso era il libro sempre aperto che non finiva mai di leg– gere; era la miniera inesauribile degli argomenti per le sue prediche. « So che il Crocifisso era il suo specchio; in cella lo aveva sempre avanti agli occhi » (padre Ermenegildo). La passione del Signore era il tema della sua meditazione quotidiana; « la inculcava ai confratelli con insistenza, adducendo l'esempio di alcuni religiosi di grande spirito che facevano sempre la meditazione sopra questo argomento » (padre Francesco da Acceglio). La somma autorità di questa dottrina gli dava anche sicurezza e franchezza apostolica negli Esercizi spirituali predicati alla comunità del Monte. Un giorno gli si fece intendere che certe considerazioni riguardanti i Superiori maggiori parevano un po' troppo chiare... Egli poté rispondere sicuro di sé: « Quanto vi prèdico lo leggo sul Croci– fis so» (padre Ermenegildo). Crocifisso con Cristo Il desiderio di configurarsi al Crocifisso appariva chiaro nel padre Ignazio non soltanto quand'era sorpreso immobile con le braccia aperte a croce, ma da tutto il suo genere di vita ispirata al sacrificio. Se alle prese con l'erta del Monte, le sue gambe cominciavano a cedere e i suoi calli rifiutavano di portare il suo peso, egli si vedeva talora appoggiarsi, anche fisicamente, alla crocetta dell'impugnatura del suo bastone, e starsene così assorto con gli occhi al cielo. Le flagellazioni , prescritte nell'Ordine, gli erano care perché gli rievocavano Gesù flagellato alla colonna. L'arsura che soffriva, pellegri– nando per Torino, senza mai permettersi un sorso d'acqua fuori pasto, gli ricordavano il sitio di Gesù in croce. Sorrideva compiaciuto anche nei ruzzoloni per strada, ad imitazione di Gesù caduto sotto la croce. E non fu anche schiaffeggiato Gesù? Padre Ignazio volle gustare pure questa somiglianza. Un giorno stava confortando un povero fra te « cui erasi alquanto voltato il cervello » - così dice il frate medico Fedele da Fossano -; 180
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