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serafico Dea gratias; il che poi gli pareva sì ovvio da non esitare a consi– gliarlo anche ai suoi amici borghesi. Antonio Maurin, che ama fregiarsi del titolo di « Benefattore dell'Ordine », riceveva spesso nella sua bot– tega (contrada dei cavagnari) il nostro Frate « perché col suo bel dire consolava tutti ». Un giorno che il buon Maurin si trovava accasciato da una grave tribolazione, chiese al Padre come dovesse comportarsi. - Reciti un Te Deum di ringraziamento! - Oh! bella questa! Se dunque mi rompo una gamba devo ancora ringraziare Dio? - Sì, anche allora faccia così! Il bravo mercante, che non è così addentro all'ascetica ignaziana come lo è agl'interessi del suo negozio, non ci si trova in questa logica. - Dovrei dunque pregare che mi si rompa anche l'altra? - Niente domandare e niente rifiutare! Tutto accettare e sempre ringraziare. Purché la disgrazia non se l'abbia cercata lei; se Dio per– mette un male, sarà per preservarlo da un altro peggiore! Era il segreto della croce che padre Ignazio andava insegnando alle anime più generose che sapevano capirlo. « Un cristiano e specie un cappuccino deve giubilare nei patimenti » 9 • Orbene, dal suo proposito di« non predicare agli altri ciò che prima non abbia praticato io », noi possiamo argomentare il vero atteggiamento psicologico del padre Ignazio di fronte al sacrificio. Atteggiamento eroico quale si rispecchia nelle deposizioni copiose dei testi. Pazientissimo nel tollerare infermità e altre sue indisposizioni, mostrava in viso sempre una tale allegrezza che non saprei esprimere. Più ancora che per le penitenze prescritte dall'Istituto, padre Igna– zio si rallegrava per gli incidenti sopraggiunti all'improvviso: scherzi della Provvidenza! Eccolo incamminato alla volta del Convento di Madonna di Cam– pagna: ottobre 1768. I ruzzoloni verso il termine di sua vita si face– vano più frequenti ed erano da lui accolti con una risatina di gioia; ma quel giorno il caso fu più serio. Padre Ignazio era caduto in un fosso e padre Alessandro, sbilanciatosi troppo per estrarlo, gli era scivolato sopra. Senza possibilità di uscirne, dovettero restarvi lungo tempo, 173
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