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narmi »; oppure: « Io non ho niente esperienza delle cose del mondo: come risolverebbe lei, Padre, questo caso? ... ». E il Padre interpellato ci assicura: « Io restavo edificatissimo e della sua prudenza, e più ancora, della sua umiltà ». Identica impressione riportarono eminenti e pii ecclesiastici nel trattare con lui: Chi vuol sapere che cosa sia l'umiltà, osservi padre Ignazio: la sua virtù non è esteriore ma nell'intimo del cuore, e al solo vederlo o parlargli, pare che ve la comunichi. La comunicava realmente, quando, in un corso di Esercizi si trat– tenne in tutte le conferenze della sera sopra la virtù dell'umiltà. Vi apportò tante ragioni e tanto calore che la comunità ne restò commossa e si convinse che padre Ignazio era un prodigio di umiltà, e che la sua eloquenza parlava dall'abbondanza del cuore 11 • Come uno di noi Quando l'umiltà va radicandosi nell'anima, e passa dallo stato di esercizio laborioso a quello di possesso gioioso, allora diventa come istintiva la ricerca e la compiacenza degli umili e dei piccoli. I confra– telli del Monte se n'erano ben accorti. Padre Ignazio, rispettoso con tutti i sacerdoti, simpatizzava però e si apriva più familiarmente con i fratelli laici. Al Monte essi erano più numerosi che in altri conventi: addetti chi alla cucina, che all'orto, chi all'infermeria, chi al lanificio, oltre il portinaio, i questuanti, i foresterai. Quando il loro crocchio era al completo, benché un po' isolato dal resto della comunità, non man– cava d'allegria, e il nostro padre amava insinuarsi, e indugiarvi, così, come per caso: dar loro una mano a lavare le stoviglie, a rimondare la verdura per la cucina, a preparare i piatti per l'infermeria. Qui non c'erano le questioni dello studio, i toni del predicatore. Il portinaio narrava i casi accadutigli in portineria, il questuante gli proponeva il caso di coscienza d'un benefattore a cui non aveva saputo rispondere, mentre gli altri fratelli rispondevano ciascuno a modo loro. Padre Ignazio rispondeva compiaciuto alle loro questioni facili, talora in– genue, e amava gettarvi esca per altre domande e altre risposte sempre accolte con piacere. 143
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