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Questa distinzione è suggerita da una frase del Beato stesso. In uno dei suoi discorsi ai confratelli, quando l'estro - come capitava spesso - gli prendeva la mano, uscì in una confessione che colpl l'uditorio ed è abbastanza rivelatrice per noi: « Se io facessi soltanto quello che predico, non mi riterrei sicuro » 1 • Per chi conosceva bene padre Ignazio, quelle parole erano una bella definizione della sua ascetica personale. Certo, il corso delle sue Istruzioni ai confratelli rotava sul binario sacrosanto della Regola e Costituzioni; e nell'inculcarle, moralista di– screto e moderato sempre, s'atteneva ordinariamente al minimum impo– nibile; ma la sua vita - che parlava pure molto chiaro - si spingeva al maximum desiderabile. Gli è che conosceva bene lo spirito della Regola francescana e delle Costituzioni cappuccine che spingono i generosi oltre gli steccati delle prescrizioni giuridiche, al libero volo della piena imitazione del serafico Padre. Quindi lasciava intendere - e il suo esempio lo predicava ad alta voce - che a un figlio del Serafino d'Assisi, desideroso di correre alla perfezione, non conviene lesinare con Dio in una osservanza a scarta– mento ridotto. Testimonia fra Bartolomeo da Coazze: Diceva negli Esercizi che non bastava far quello che egli aveva predicato; ma occorreva studiarsi di crescere ogni giorno, e, terminati gli Esercizi, far conto di essere allora al principio, come appunto egli mostrava nei fatti. I Santi appaiono al nostro povero mondo come lo splendore di quelle metèore che gli antichi credevano foriere di messaggi celesti. Il messaggio del beato Ignazio ai confratelli è tutto qui: Osser– vanza integrale e generosa del proprio codice religioso: niente di più di quanto esso comanda; ma anche niente di meno di quanto suggerisce . . ai generosi. E questo fu vissuto dal nostro Beato con tanta prontezza e genero– sità, da far dire al padre Nicolò da Villafranca, Ministro Provinciale: Il suo modo di vivere superava di gran lunga il vivere comune degli altri religiosi dabbene 2 • Il suo esteriore nulla aveva di singolare, ma si osservava in lui una compita osservanza della Regola e delle Costituzioni e delle minime pratiche insegnategli nel noviziato; inappuntabile in tutte senza la minima affettazione•. 139

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