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Fare e insegnare CAPITOLO SECONDO NEL SEGRETÒ DEL SANTUARIO Quale fosse la dottrina e la tempra di questo autentico maestro francescano, già ci appare dai capitoli precedenti. È ora il caso di dire: Sappiamo la sua dottrina: vediamola nella sua vita. E precisamente non in quella vita ufficiale, esterna, per lo più comandata dalla massa o dal convenzionalismo, ma nella vita che si svolge nell'intimo santuario dell'anima, là dove il nostro vero « IO », solo, dinanzi a Dio, si apre e agisce con tutta spontaneità. Padre Ignazio , da vero maestro, volle sempre che l'insegnamento fosse accompagnato e anche superato dall'esempio; ma se la dottrina del maestro non differiva dalla sua vita, tuttavia nemmeno la ritraeva al completo: la dotrina doveva, per forza, restare inferiore alla sua vita. Per quanto la scuola del noviziato fosse intensa e generosa, pure il Maestro, discretissimo, doveva commisurarsi ai discepoli e limitarsi alla portata di giovani apprendisti dell'ascetismo francescano. Quando invece pratica la dottrina per suo uso e consumo, allora padre Ignazio è « tutto lui »; si rilascia alle libere effusioni dello spirito, e si lancia alle arditezze d'un volo assai più sublime e audace. Ci viene spontanea l'immagine del pilota che, uscito finalmente dalle strettoie della pista di lancio e dallo stile di scuola, può spingere il suo velivolo a piena velocità ... 138
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