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Addio a Santhià Verso l'anno 1747 padre Ignazio trascorse la quaresima a Biella come Vicario supplente. Il padre Guardiano, di ritorno dalla predica– zione quaresimale, passò per Santhià e fu vivamente pregato dal can. Giov. Battista Zocco di far in modo che il caro cappuccino Santiese, terminata la supplenza a Biella, nel ritornare a Torino, passasse ancora una volta per la sua patria. Occorreva proprio un comando del Superiore per ricondurre padre Ignazio al paese natìo. Dopo il suo incontro, o scontro, con il furente fratello, notaio G. Batt. Belvisotti, nel noviziato di Chieri, egli stette molti anni senza comparire in patria. Vi aveva fatto una prima breve comparsa verso il 1730 - forse in seguito alla morte del fratello notaio ( 11 gennaio 1729) - ed ora assistiamo alla sua ultima. Scendendo da Biella si trattenne a pranzare e a pernottare in casa del suddetto canonico. Qui venne a fargli visita la cognata, vedova di G. B. Belvisotti, che era già passata a seconde nozze ed egli « ebbe dif– ficoltà di riconoscerla per cognata ». Fece quindi una puntata a Vercelli - oh, il campo dei suoi primi trionfi e la chiesetta cappuccina della sua prima vocazione! - e il giorno seguente ritornò sui suoi passi; riprese la sua piccola sporta, che aveva depositata in casa del signor Canonico, e proseguì, pedibus calcantibus, per Torino. « La sporta del padre Ignazio, ci sa dire schiettamente il canonico Zocco, non conteneva che qualche fazzoletto di poco o niun valore ». Questa la scorta di viaggio del povero cappuccino durante il suo pellegrinare di convento in convento, e proprio nell'ultima visita a quella terra dove era stato il ricco signor don Belvisotti! 13 • Un'altra buona occasione di rivedere la patria si offrì al Beato l'anno 1750. Ascoltiamo il suo compagno di viaggio, padre Sigismondo da Cavaglià, che ricorda il fatto. Lasciata Biella c'incontrammo a Cavaglià con il signor Grassis, il quale d pregò di passare a Santhià, distante solo 4 miglia, per onorar la sua casa e dare quella consolazione ai suoi parenti e paesani. Alle resistenze del padre Ignazio, quel signore gli si gettò in ginocchio supplicandolo di fargli questo favore. « Domattina, celebrata la Messa, vedremo il da farsi... » rispose. Avendogli poi detto io che, per mio riguardo, avrei preferito che passassimo per Bianzè a 135

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