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CAPITOLO NONO SUI CAMPI DI BATTAGLIA Esonerato Il nostro eroe, offrendosi personalmente a fare il cireneo, non pen– sava, probabilmente, che quel sacrificio avrebbe coinvolto, con la sua persona, anche il suo ufficio. Non lo pensava, perché non curava affatto di misurarne la portata, pago di sapere che quel gesto gli era ispirato da Colui che« prese sopra di sé le nostre infermità » (Mat. 8,17) per dare a noi la salute. Dovette però subito costatare che la virulenza con cui era stato assalito dalla malattia, gli rendeva impossibile l'ufficio di Maestro. La continua presenza e oculatezza tra i giovani, la sua partecipazione alla Ufficiatura di giorno e di notte non gli erano più permesse dai suoi occhi divenuti quasi inservibili ... Il povero sofferente, secondo il suo stile, non voleva chiedere nulla ai Superiori. Ma la richiesta non era nemmeno necessaria: si imponeva dal suo stato pietoso; e l'unica soluzione era l'esonero, per inabilità, dall'ufficio di Maestro, « con sommo rincrescimento di tutta la famiglia religiosa » 1 • Nella festa di san Michele Arcangelo (29 settembre 1744) nel Con– vento di Mondovì si celebrava la Professione religiosa dell'ultimo suo novizio. Al termine della funzione, il Maestro, giunto in sacrestia, si chinò sul registro delle Professioni, fissò bene il punto da sottoscrivere, e, con gli occhi velati di lagrime, tracciò per l'ultima volta la sua firma, 113 9. Faro sul Monte.
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