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Messa. Ma il medico dottor Bongiovanni aveva già sentenziato: « A lasciare il letto il malato non deve pensarvi né punto né poco ». Il padre Ignazio, presente a quel consulto, rispose invece: « Ma sì, ma sì che la dirà! ». Il medico, per rispetto alla persona che parlava con tanta fran– chezza, non insistette, ma volle osservare l'esito. E questo fu che, alla festa di san Felice, il sacerdote non solo celebrò la Messa, ma fu resti– tuito a perfetta salute, e poté, a suo tempo, seguir la vocazione di missionario apostolico nel Congo. Dopo alcuni anni di attività missionaria, i frutti di conversioni si contavano a migliaia e il lavoro apostolico procedeva a meraviglia , quando una gravissima oftalmia venne a sbarrargli il cammino. Verso l'anno 1744 il povero missionario aveva ormai perso un ,occhio, e l'altro andava inesorabilmente spegnendosi di giorno in giorno. Non era più in grado di leggere il messale nè il breviario. È ovvio immaginarsi la pena del solerte operaio nel vedersi co– stretto a lasciar cadere il lavoro già così fecondo. Vuol ancora tentare un ultimo rimedio. Ricordava bene il Maestro di noviziato che l'aveva liberato prodi– giosamente dalla grave malattia. Chissà che quella grazia non si possa ripetere? Padre Bernardino prende la penna e, con molto stento, stilla l'-angoscia del suo animo su una lettera che si chiude con quest'ultima speranza: le preghiere del suo venerato Maestro. Un brivido di tenerezza invade il padre Ignazio al leggere quelle parole. Va dinanzi al SS. Sacramento e, con la lettera stretta al petto, rimane come assorto in preghiera. Finché sente, dal profondo del cuore, salirgli alle labbra questa domanda: « Gesù, se è volontà vostra che il Missionario continui il suo lavoro, e se questa grazia dev'essere guadagnata con la croce, fate passare in ·me quel male. Io non sono buono a nulla, e dacché non ho l'onore di essere missionario, non potrei almeno prendere sulle mie spalle la croce del confratello missionario? Così sia! ». Si levò di là contento, e andò a rispondere a padre Bernardino con una lettera piena di speranza, assicurandolo di averlo raccomandato al Signore. L'effetto di quella preghiera arrivò al missionario molto prima della lettera di risposta. E fu istantaneo, prodigioso. 110

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