BCCCAP00000000000000000000771

patriottica, ma sacerdotale e apostolica: che i suoi sacerdoti ascoltas– sero e seguissero lui e militassero per la Chiesa e per le anime, lascian– do che gli avvenimenti politici e militari si svolgessero come per– metteva la divina Provvidenza. Il chierico Scalvinoni non conosceva di certo le segrete ragioni che indussero il suo superiore a stendere queste sagge disposizioni, ma nel cuore e nel pensiero era perfettamente d'accordo con lui. Sappiamo infatti che un giorno in seminario si accese una questione di carattere politico. I chierici temevano per la Chiesa e per il Papa. Il Beato taceva ed ascoltava, poi con sicurezza disse questa espres– sione che tolse a tutti la parola: « Confidiamo in Dio, perchè la Chie– sa è opera sua». Al di sopra di ogni contingenza politica e di temporali privazioni, egli vide con chiarezza il trionfo di Dio nella sua Chiesa: di questo era certo, perchè questo leggeva nel santo Vangelo. Ora la storia ci narra che anche in quegli anni di ire massoniche e di violenze antipapali, il Vangelo ha avuto ragione (9). Queste norme, che a tutta prima sembrerebbero dettate solo per la vita interiore del clero scelto, gettano un fascio di luce insospettata su la storia della diocesi bresciana, nel tempo stesso che si rivelano una forza operosa nella coscienza del nostro seminarista. Se il lettore vorrà tenerle presenti nel seguito della nostra narrazione, potrà avver– tire quanto siano state feconde per la sua educazione spirituale. Esse costituiscono fin d'ora una forma inconfondibile della ·sua interiorità, fatta di umile soggezione e di generosità nell'apostolato. All'occasione richiameremo altre disposizioni del prezioso documento: ci serviranno a penetrare nell'intimo di questa vita, tanto restia alla rivelazione di se stessa (10). ' (9) P., p. 144, 93. Deposizione di don Pietro Bianchi. Per le vicende accennate cf. P. Guerrini, Documenti politici del Risorgimento, in Brixia, n. 85-86 del 18 e 26 marzo 1916: I preti e la politica. Ricordi e documenti inediti del Risorgimento, in Il Cittadino del 6.6.1925; LA prigionia di mons. Carminati a Bresca nel 1866, in La Scuola Cattolica, IX (1927) p. 343-53, 433-48; LA Diocesi di Brescia nella storia del Risorgimento nazionale, in Memorie, XV (1948), p. 3-8, 25-36, 49-63; Il preteso austriacantismo di mons. Verzeri secondo alcuni documenti inediti, in Il Cittadino del 14.4.1918. L'insigne storico bresciano raccolse e preparò per le stampe il frutto delle sue ricerche nell'annunciato volume LA Diocesi di Brescia nel Risorgi– mento. L'episcopato di mons. G. Verzeri (1850-1883), purtroppo non ancora apparso. (10) I tratti dello statuto riportati si possono vedere nei mss. I, p. 14-15. Il quaderno dattiloscritto esiste in AP., c. 34. Su le ulteriori vicende della Pia Unione cfr. MURACHELLI P. FELICE, L'Italia 29.10.1942 a.e. e BERTONI A., Mons. Mosè Tavini - Fulgida gemma del Clero bresciano, Brescia 1956, p. 346-47. L'importanza di questo regolamento non è relativa soltanto alla storia interiore del nostro B., ina interessa pure tutte ·quelle anime - e sono molte - che appartennero fin dai primi tempi alla pia associazione. Esso è certam·ente uno di quei provvidenziali doni divini che mantennero grande nella diocesi bresciana la santità sacerdotale e il fervore dell'apostolato. I vescovi Verz·eri, Gaggia, Buongiorni, Bonomelli, Rota, Corna-Pellegrini, i -61-

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz